Quello che gli animalisti non hanno ancora compreso

Oggi vorrei parlare di un tema molto discusso, ovvero gli scontri tra animalisti, cacciatori e pescatori.

Per iniziare, è importante riconoscere che esistono molte realtà differenti da valutare, quindi non si può generalizzare. I problemi ambientali differiscono ovviamente in base all’ambiente: mari, laghi, fiumi e torrenti presentano situazioni diverse, che richiedono approcci specifici per essere risolti. Quindi in questo articolo, mi concentrerò esclusivamente sulla pesca nei torrenti, visto che conosco bene l’argomento.

L’importanza dell’equilibrio

In Italia, le trote selvatiche sono a rischio di estinzione. Durante le mie uscite lungo il torrente, ho spesso notato la presenza di cormorani, aironi, bracconieri e pescatori che trattengono le trote (volgarmente definiti “padellari”), tutti fattori che contribuiscono al declino della popolazione, impedendone la riproduzione.

La maggior parte degli animalisti con cui ho avuto modo di parlare desidera  proteggere gli animali, ma spesso non trascorre molto tempo a contatto diretto con la natura, il che può impedire una comprensione completa della situazione reale. I pescatori, al contrario, sono costantemente presenti nelle aree di loro interesse e nello stesso tempo svolgono anche un importante ruolo di monitoraggio, segnalando alle autorità competenti problemi come sovrappopolamenti di specie dannosi, bracconaggio e chi può provocare inquinamento. Inoltre, contribuiscono attivamente alla gestione e ripopolazione dei pesci, il che è essenziale per mantenere le risorse naturali e continuare con la propria passione. Ironicamente, i pescatori e i cacciatori sono tra i primi a sostenere la conservazione dell’ambiente proprio per questo motivo, ossia proseguire con la propria passione anche in futuro.

Sostenere che la natura si regola da sola è un errore; richiede invece monitoraggio costante e interventi mirati, specialmente per le specie in pericolo di estinzione.

Pesca No kill

Personalmente, pratico la pesca no-kill, catturando le trote per poi rilasciarle. Questo approccio aiuta a favorire la riproduzione delle trote, considerando la situazione critica in cui si trovano. Oggi, molti tratti di torrente in cui si effettuano interventi di ripopolamento sono zone esclusivamente “No Kill” dove non è possibile trattenere il pesce. I pescatori No Kill, grazie alla loro costante presenza, aiutano sicuramente a mitigare questo problema nel tempo.

Attivismo e realtà

Tornando agli animalisti, un problema che ho notato nei dibattiti con loro è che, come dicevo, molti agiscono senza una diretta esperienza nella natura. Senza una presenza costante, è difficile rilevare i problemi ambientali in tempo reale e capire le complessità delle questioni.

Gli attivisti che protestano senza una piena comprensione delle situazioni locali possono, involontariamente, causare più danni che benefici. Se, per esempio, scoppia un’epidemia che colpisce una determinata specie animale, è necessario intervenire tempestivamente e abbattere i capi malati per evitare che l’epidemia si propaghi e che muoiano altri animali. È importante accettare questo fatto al fine di controllare e salvaguardare quella specie. Prendiamo, ad esempio, anche il caso degli orsi in Trentino: quando la popolazione diventa eccessiva e minaccia la sicurezza e l’economia locale, protestare contro le misure di abbattimento non risolve il problema. Al contrario, sta provocando reazioni estreme da parte della comunità locale.

Si dice che, dopo i vari attacchi degli orsi in Trentino, alcuni residenti locali abbiano utilizzato esche avvelenate come soluzione, e che alcuni bracconieri si siano attivati per uccidere gli orsi illegalmente. Questo è un approccio crudele che mette a rischio anche altri animali che non c’entrano. Quindi sarebbe più sensato intervenire con misure legali, regolamentate.

Ho l’impressione che alcuni attivisti animalisti protestino senza una piena comprensione della complessità di tali situazioni, spinti più dal bisogno di sfogare la loro rabbia che da un’analisi ragionata della questione. Questo tipo di attivismo superficiale causa sicuramente più danni che benefici. È fondamentale adottare approcci regolamentati e ponderati per affrontare le problematiche ambientali, anziché protestare senza una piena comprensione delle conseguenze in una determinata situazione.

Chi è il vero animalista?

Chi si definisce animalista ma consuma carne o è vegetariano, continuando a utilizzare prodotti di origine animale come uova, formaggi, ecc., non dovrebbe definirsi tale. Anche consumando uova, formaggi e derivati, si sostiene il sistema degli allevamenti intensivi. Molti sedicenti animalisti non hanno ancora compreso la contraddizione tra il consumo di prodotti di origine animale e la lotta per i diritti degli animali. È incoerente sostenere il non abbattimento di una specie animale mentre si contribuisce all’uccisione di altre consumandole. Se non sei vegano, protestare è inutile; solo chi rifiuta qualsiasi prodotto di origine animale può eticamente protestare, perché solo lui è coerente con ciò in cui dice di credere.

Leggi le regole fondamentali per eseguire correttamente la pesca in No-Kill.

GUIDE, CONSIGLI, ESPLORAZIONE.

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